Credo che ci voglia un dio ed anche un bar,
ma dovendo scegliere opterei per il bar

domenica 30 maggio 2010

PUF (fa il vuoto quando arriva)

Alba. O quasi. Mascella dolorante per le risate, sapore di alcol in bocca e in testa (smetterò, lo prometto, ma dopo i 30), tanta stanchezza e uno strano vuoto.

Sarà che "la radio che passa il vecchio liga", oltre ad avere capito chi sono, mi ha messo addosso una buona dose di nostalgia. Sarà che i discorsi della serata mi hanno riportato ai mitici anni del diploma, delle scampagnate e degli amici che sono andati.
Sarà che così come va per ora non riesco a farmela andare, non so abituarmici. Sarà che la differenza tra me e te si sente di più quando conto i miei anni, e quando sei lontana da un pò.

Sarai tu? Sarò io? O magari qualcos'altro. Fatto sta che rientrando ho sentito un grosso PUF nel petto, il rumore del vuoto quando arriva, il rumore che precede la sensazione di spaesamento senza ragione, e che ti fa capire che tra poco, pochissimo tempo, starai male. E quando lo sento è sempre troppo tardi per scansarmi, mi tocca confrontarmi col Vuoto, devo affrontarlo sperando di essere io il più forte. Ma sinceramente non so come batterlo.

Stasera mi è mancata una complice, una persona che avrebbe capito tutto dai miei sguardi, senza dover parlare. Una persona alla quale non serve spiegare nulla, perché sa già tutto di me, e con cui capirmi in una frazione di secondo, con un gesto. Una persona con cui non è un problema essere ubriachi, o sembrare stupidi raccontando episodi ridicoli della propria vita, perché quegli episodi li conosce, era presente, ne ha fatto parte. E sono stati importanti per entrambi.

Una persona che non esiste.
Sento uno strano vuoto. Lo colmerò col tempo...

venerdì 28 maggio 2010

Domino

Tutto si riduce ad un sottile gioco d'equilibri. Una parola detta oppure no, un silenzio troppo prolungato, un pensiero o un'azione al momento giusto, invece che in quello sbagliato, ed ecco la differenza tra la felicità e la sconfitta.
Ci vuol poco a distrarsi, e la gravità invece non si distrae mai, e via, giù tutto come un domino lungo una vita. Ed io nel mezzo, che di questo domino continuo ad allineare le tessere senza però riuscirne mai a vedere l'insieme. Ho il naso troppo vicino al pavimento, riesco a vedere solo pezzi appena posati e un pò di spazio libero per posarne altri, ma sono in una prospettiva sbagliata. Dovrei guardare dall'alto per capire se sto procedendo bene e se finora tutto il mio lavoro ha avuto senso.
Purtroppo da qui posso soltanto continuare a posare le tessere sperando di non perdere mai l'equilibrio.

martedì 25 maggio 2010

. . .

Parlami, parlami, senza dire niente
parlami dai, cerca nel cuore.

Dimmelo, dimmelo, quello che ci serve,
ora o mai più, fatti mangiare.

fatti sentire,
fammi sentire sentirti...

lunedì 17 maggio 2010

dai, domani è lunedì!

Lui è una di quelle persone a cui la domenica fa male. Perché domenica il tempo è troppo è il pensiero si dilata, e se ne rese conto pensando a se stesso in terza persona. Ridicolo, si disse, ma gli altri pensieri che gli vorticavano in testa non avevano nulla da invidiare a quell'illuminazione in stile santone televisivo.

La consapevolezza che dimenticare è solo utopia, questo era il pensiero ricorrente della domenica. E per quanto si impegnasse, giorno dopo giorno, c'erano particolari che si ostinavano a tornargli presenti. Sensazioni, immagini, addirittura odori e sapori che non riuscirà mai a cancellare del tutto, e che lo prenderanno sempre alla sprovvista, come oggi.

Ha sempre il brutto vizio di ripensare ai sentieri non presi, alle strade che ha abbandonato, o che magari ha solo visto di sfuggita, e chiedersi che panorama avrebbe trovato dopo quell'ultima curva, o se quella che sembrava una brutta strada in salita magari poi poteva essere un bel lungomare da godersi metro dopo metro.

Ma a fine giornata può sempre rallegrarsi, le nostalgie non potranno durare ancora molto, domani per fortuna è lunedì, ci saranno troppe cose da fare e poco tempo per pensare a quelle non fatte.

mercoledì 12 maggio 2010

compagni di viaggio

Avevano parlato a lungo di passione e spiritualità,
e avevano toccato il fondo della loro provvisorietà.
Lei disse "sta arrivando il giorno chiudi la finestra
o il mattino ci scoprirà".
e lui sentì crollare il mondo,
sentì che il tempo gli remava contro,
schiacciò la testa sul cuscino
per non sentire il rumore di fondo della città.

Due buoni compagni di viaggio non dovrebbero lasciarsi mai,
potranno scegliere imbarchi diversi saranno sempre due marinai.
Lui disse misteriosamente sarà sempre tardi per me quando ritornerai,
e lei buttò un soldino nel mare, lui lo guardò galleggiare,
si dissero ciao per le scale e la luce dell'alba
da fuori sembrò evaporare.

...

mercoledì 5 maggio 2010

Sogno

<- RIMOSSO ->

Credo sia la prima volta in assoluto che rimuovo un post. Anche quando rileggendomi mi sentivo idiota, ho sempre lasciato tutto com'era perché l'intento di questo blog è proprio tener traccia dell'IO del momento.

Ma forse stavolta era un pò troppo. Se non avevi letto... tanto meglio, ti spiegherò poi con calma. Se invece avevi letto... beh, ne riparleremo ugualmente dopo con calma.
Spero solo che tutto questo succeda presto, ho voglia di vederti.

mercoledì 21 aprile 2010

canzone...

E' nell'aria ancora il tuo profumo dolce, caldo, morbido come questa sera, mentre tu non ci sei più.

E questa sera nel letto metterò qualche coperta in più perché se no avrò freddo senza averti sempre addosso.

E sarà triste lo so, ma la tristezza però si può racchiudere dentro una canzone che canterò...

Ogni volta che avrò voglia di parlarti, di tenerti, di toccarti, di sentirti ancora mia.

E' stato splendido amarti.

E quando un giorno t'incontrerò, magari per la strada, magari proprio sotto casa tua... ma guarda il caso però, guarda il destino splendido e crudele, crudele e splendido.

E intanto i giorni passano, e i ricordi sbiadiscono, e le abitudini cambiano.

E' stato splendido...



A ciò che é passato, ma non per questo dimenticato.
Perché in certe sere che vanno un pò così tornano in mente giorni, ricordi, abitudini ormai svanite, e ci vorrebbe un abbraccio per dire tutto quello che le parole non possono esprimere.

martedì 20 aprile 2010

Oggi è andata così...

Ci sono sere che gira male, e questa è una di quelle, anzi, è una delle peggiori da alcuni mesi. E del resto dovevo aspettarmelo, è una questione di probabilità, la serie positiva non può durare in eterno, prima o poi cadi.
Se stai attento puoi pararti, altrimenti ti grattuggi il mento sull'asfalto.

Io naturalmente non me l'aspettavo, e adesso sto qui a guardarmi i graffi sulle mani chiedendomi come ho fatto a cadere di nuovo. Che senso di dejavù.

Sono fatto così, sempre troppo distratto per riuscire ad evitare i colpi, incasso e vado avanti, ed ho tanti vecchi lividi a testimoniarlo. Alcuni fanno ancora male, altri ormai sono solo un violaceo ricordo, ma c'è sempre spazio per qualche nuovo segno... fatevi avanti.

Sempre lo stesso canovaccio, certo poi c'è libero spazio all'interpretazione, ma le linee guida non cambiano mai. E l'ultima scena mi vede sempre a terra, intento ad assorbire l'ennesima mazzata prima di rialzarmi a fatica e ricominciare.

Il tempo cambia velocemente, ma io sono sempre troppo impegnato per accorgermene, e quando si mette al brutto io ho sempre il mio solito giubbotto, troppo leggero per ripararmi. Ma non è la solita pioggia, quella mi avrebbe disegnato un gran sorriso tra le orecchie, questa invece taglia la faccia. Posso solo mettermi al coperto in attesa di vedere come finirà.

Ci sono sere che gira male, e questa è una di quelle. E rileggendomi mi sto accorgendo che sono qui a scrivere da più di un'ora ed ho anche esagerato con le metafore, brutto segno. Indice che sono troppo incazzato per dire le cose come sono davvero. Brutto segno.

Per fortuna anche le brutte sere passano, e domani sarò contento di averne superata un'altra.

sabato 10 aprile 2010

sotto la pioggia

Ho appena spento la macchina, sono rimasto un attimo a guardare il viale al buio, con le gocce d'acqua sul parabrezza. Hapiovuto qui a Palermo, e non succedeva da tanto. La mente mi è andata indietro di un paio di mesi, quando mi fermavo qui a ripensare alla serata appena trascorsa. E prima ancora di risalire a casa scrivevo tutto su questo blog per paura di dimenticarlo subito dopo.

Son qui anche ora, ho preso il cellulare e sto scrivendo. L'atmosfera è la stessa di quei piovosi giorni di febbraio, manchi solo tu. E mi manchi davvero, non avrei voluto dirlo, non così presto almeno, ma è proprio così. Stasera ho semplicemente passato una bella serata, ma nulla di perfetto come è stato con te.
E' stato semplice abituarmi alla tua presenza accanto a me nei pochi giorni passati insieme, non è altrettanto facile tornare ad averti lontana. Sentirti al telefono, raccontarti la mia giornata e ascoltare della tua, se poteva bastarmi prima, quando non ci eravamo ancora detti certe cose, quando non mi avevi parlato lasciandoti guardare in fondo agli occhi, quando stavamo ancora giocando, adesso invece mi sembra un triste ripiego, troppo poco per bastarmi, e dalla tua voce di stasera mi è sembrato che anche tu senti le stesse cose.

In ogni caso dovremo farci bastare il poco che abbiamo, almeno per ora, aspettando il momento in cui tornerò a prenderti all'aeroporto... o chissà, magari sarai tu stavolta a venirmi a prendere all'aeroporto!

A presto.

mercoledì 7 aprile 2010

Io odio gli aeroporti. Che é peggio!

La vita ha ripreso a scorrere normalmente, e con lei anche il flusso sanguigno. L'esaltazione ha presto lasciato il passo alla noiosa routine. Ed è bastata la strada dall'aeroporto all'ufficio senza te accanto, solo il tuo profumo, per riportarmi subito alla realtà. Io odio gli aeroporti.

E allora si ricominca: il lavoro, gli impegni, le bollette, Igor che mi martella. Poi la sera per sentirti e respirare un pò. E poi la sveglia e tutto da capo. Per colpa di un aeroporto. Ho già detto che odio gli aeroporti?

Sapevamo che sarebbe finita, abbiamo cercato di tirare più a lungo possibile, ma prima o poi saresti dovuta partire ugualmente. Se almeno avessi preso il treno avremmo avuto più tempo per i saluti. A rischio di sembrare ripetitivo: Io odio gli aeroporti.

Dieci giorni perfetti, da ricordare, tutto è stato meglio di come avrebbe dovuto essere nei nostri desideri, ma avrei preferito non doverti salutare stamattina. Purtroppo l'aeroporto era di strada per il rientro. Io odio gli aeroporti (e anche le strade che ci vanno).

Strana sensazione dividersi tra l'euforia di ieri e la frustrazione per i giorni che verranno, contando all'indietro fino al tuo ritorno. Io. Odio. Gli. Aeroporti. (ma quando verrò a prenderti credo che li amerò, almeno per un pò!)

venerdì 2 aprile 2010

Chissà...

Chiedimi come parlo di te quando non ci sei,
quando senza pensarci nemmeno dico solo "Lei".

Chissà se poi ti basto per davvero
e senza una risposta scappi via.
Ed io rimango fermo ad ascoltare
qualcosa che non so spiegarmi...

Pensami quando hai poco da dire,
se ti senti diversa, quando emergi a fatica senza una risposta...

Cercami dove tu non guarderesti mai,
dove la sera sta abbracciando una vertigine.

A questi giorni, che sembravano tanti, e invece ora che ci stanno scappando di mano già ci mancano. Alla strana sensazione di trovarci qui ogni volta che vogliamo, senza dover contare i minuti. Peccato che è durato poco, gli ultimi giorni e poi tutto come prima. E già la consueta mancanza d'aria inizia a farsi sentire.

Chissà...

lunedì 22 marzo 2010

Vorrei restare qui, vorrei vivere qui...

Seduti in macchina a parlare, io e te, la tua testa sulle mie gambe e le mie dita tra i tuoi capelli. Solo io e te e il bagliore della città lontano sotto di noi, appena visibile. Le nostre voci, le nostre risate, i nostri silenzi, la musica, i tuoi occhi. E io che guardandoti penso: massì dai, ci sto. Ci provo. Davvero.

Lontani dal mondo, lontani da tutto, come suggerivano i Negrita in sottofondo.
Lontani dal resto almeno per un pò, forse troppo poco, tra un volo e l'altro, tra gli impegni e gli amici, tra me e te, siamo Noi almeno per un pò.

E fino a poche settimane fa non lo credevo possibile, e se anche continuo a sentire un rumore di fondo che stona, mi sforzo di non dargli peso, non ancora almeno, che non voglio prendere più decisioni affrettate.

Mi trovo a pensare a tutto questo ora che non sei qui, ma forse adesso ti sento più di quanto non riuscissi a fare prima. Penso a ciò che mi hai detto, ma anche, e soprattutto, a quello che non mi dici. Stanco di analizzare, forse presto riuscirò a godermi semplicemente il suono della tua voce, l'armonia dei tuoi movimenti, senza domandarmi per quanto. Senza chiedermi in che modo mi spezzerai le gambe, o come lo farò io a te. Intanto ripassaporo questo piccolo viaggio lontani da tutto, ripasso questi pochi giorni che ci siamo regalati, aspettandone altri che adesso mi sembrano fin troppo lontani.



Lontani dal mondo, lontani abbastanza...

domenica 14 marzo 2010

E brucia con me l’aria...

Mentre aspetto le 7 di stasera per registrare il record di 48 ore senza riuscire a dormire nemmeno mezz'ora, nella testa ho una squadra di demolitori tedeschi che martella cantando l'inno ariano, gli occhi sembrano quelli di un tossico e condensando il mio fiato si avrebbe un ottimo carburante per jet al 95% di alcool. Certo, il fegato non è altrettanto contento, ma non si può chiedere tutto alla vita. E io l'ho già imparato.

E intanto continuo a pensare...

Oh mina ho perso il controllo
E dopo tutto non avrò che pioggia che cade con me
E getto le ultime molecole contro di te
E brucia con me l’aria, e brucia con me l’aria

giovedì 11 marzo 2010

...prima o poi...

Una nuova alba su Monte Pellegrino. E anche questa l'ho vista salire minuto dopo minuto.

Il disturbo del sonno non migliora, e non c'è cura che possa funzionare, sono inutili tutti i rimedi che mi propongono, gliel'ho detto, non è con calmanti, tisane, sonniferi o altre medicine che supererò il problema.

Forse giusto l'aiuto di uno psicologo... se non fosse che li ho sempre denigrati. In effetti non mi serve lo psicologo per sapere il perchè della mia insonnia: paura del sogno. Per quanto me ne allontani durante la giornata, poi nel sogno torno sempre allo stesso punto, il punto di partenza, quello da cui sono nati i miei problemi e che non sono ancora in grado di superare.

Ecco, ho una carriera da psicologo già pronta, mi devo solo comprare la laurea, il resto lo so già.

E anche oggi aspetto di crollare per farmi quelle 3-4 ore di sonno agitato e per nulla riposante. Passerà prima o poi?

martedì 9 marzo 2010

... NovA ...

Distinguimi se puoi
so che tu lo fai bene in lacrime.
Colpisci a fondo e sfiorami.

Ma resti ancora immobile,
distendimi e inventa un senso
per poi sorprendermi.

Conquistami ed illudimi.
Respingimi se puoi,
sai finger bene è inutile.

Ma resti ancora immobile
distendimi ed inventa un senso
per poi sorprendermi.

Per poi sorprendermi.

domenica 7 marzo 2010

Fuso... Orario.

Vado a letto alle 8 di mattina e mi sveglio alle 5 di sera. Mi sto preparando per la vita in California, il fuso orario già ce l'ho...



Good Morning Man.

sabato 6 marzo 2010

Agli amici

Sono le 6 del mattino e sono ubriaco come una scimmia. Dovrò rivedere la punteggiatura e la grammatica di quello che sto scrivendo, ma lo farò domani maragi.

Questa è per gli amici, anzi per gli Amici, quelli veri, che conti su una sola mano, ma che consideri quasi fratelli e bastano a compensare tutti gli altri che si ritengono tali.
Per quelli che ti portano fuori di peso anche se gli dici che stasera sei impegnato, perché lo sentono dalla tua voce che c'è qualcosa che non va. Quelli che sanno cosa dirti per farti parlare, perché sanno che ogni tanto parlare e sfogarsi serve ad esorcizzare tutto il male che hai dentro. Quelli che capiscono quando hai bisogno di avere un bicchiere tra le mani e sanno seguirti in tutti i fondi che proponi, senza tirarsi indietro mai. Quelil che si piscia tutti insieme in un vicolo del centro cantando più forte che si può sperando di svegliare tutta la strada. Quelli che poi ti portano a mangiare e, anche se dici che non hai fame, ti fanno mangiare lo stesso e offrono loro, e se dici "pago io" ti fottono di legnate. Quelli che, se il cibo non è bastato a far passare la sbronza, ti prendono la testa, ti infilano due dita in gola e ti fanno buttare via tutto. Quelli che poi, a fine serata, ti riaccompagnano a casa quando non hai la forza nemmeno per tenere gli occhi aperti.

Insomma, questa è per gli amici veri, quelli che capiscono che hai qualcosa dentro che ti fa male e ti sono vicini anche se non gli dici esattamente tutto quello che non va. Sanno che devono farti dimenticare, almeno per una sera, e fanno il loro dovere da Amici, sapendo che saprai ripagarli se un giorno saranno loro ad avere bisogno.

A voi, stanotte e per sempre.

venerdì 5 marzo 2010

Gli effetti del tempo

Nottata ventosa, questo tempo rende inquieti. Sarà per questo che mi sono rigirato nel letto fino a 10 minuti fa senza riuscire a prendere sonno.
Oppure sarà perché non devo lasciarmi stare, e per quanto rimandi e tenti la fuga, prima o poi i pensieri mi trovano sempre.

Che danni che fa il tempo, metereologico o cronologico che sia.
Certe volte sembra che non passi mai, ogni giorno come il precedente, poi ti distrai un attimo e sono passati anni, e sono passate abitudini, e sono passati affetti.
Sembra che non cambi nulla, poi ti volti indietro e vedi come la tua vita s'è mutata quasi senza darti modo di accorgertene. Sembrava ieri che... e ora invece...

Ecco perché non ho dormito stanotte, ho ripercorso giorni, settimane, mesi, anni. Ho fatto un pò il punto, e sapevo già che sarebbe stato doloroso, ma quando la mente inizia a macinare date, come un videoregistratore che riavvolge il nastro, non riesco mai a fermarla.
Ero, e sono, perfettamente cosciente dell'inutilità di andare a ripescare particolari che, se prima potevano essere belli da ricordare in due, ora bruciano dentro a pensarci. Anche perché non riesco mai a chiudere del tutto e ricominciare, finisco sempre, prima o poi, a chiedermi "e se avessi fatto...?".

E invece non ho fatto, non ho provato, non ho voluto giocare. Mi sono nascosto dietro "è ancora troppo presto", "ora non voglio niente di serio", e altre stronzate utili solo a mandarla via. E adesso resto qui a pensare che forse ho sbagliato, che probabilmente lei era meglio dell'altra, e che sicuramente con lei non avrei sentito la voglia di salutarla e chiudere la telefonata.

Ma ormai è fatta, non so dov'è, non so come sta, ed è passato troppo tempo probabilmente. Mi restano solo le nottate di vento per ricordare quel breve, bellissimo periodo. E chissà se imparerò mai dai miei sbagli.

giovedì 4 marzo 2010

Rise again

Analisi esistenziale:
ogni uomo ha un compito nella vita, e raramente è quello che vorrebbe, più spesso è quello che capita. Io provo ad andare controcorrente. Come sempre.

Analisi comportamentale:
ogni uomo ha una innata capacità ad adattarsi agli imprevisti della vita, modificando i propri comportamenti per non soccombere. Come dire: Tengo Botta!



Rise... Again!

3/03/2010 - che poi: 3/0+3=3/2+0+1+0=3;
il 3 è il numero di questo mercoledì appena passato, e mi sa che porta davvero fortuna. Giornata trionfante, dall'alba alla notte. Non so che altro dire, me ne vado a letto contento oggi.
Per concludere bene e addormentarmi sereno metto in playlist i sigur ros, e mi godo il Sonno del Giusto.



Buonanotte.

martedì 2 marzo 2010

Del Viaggio o Della Solitudine

Qualche sera fa un saggio filosofo mi disse, con voce solenne ed aria seriosa (nonché una notevole aura di rum): "puoi passare mesi con una persona e sentirti tremendamente solo, oppure puoi vivere a migliaia di chilometri da lei e non soffrire di solitudine, dipende tutto dal fatto di sapere se lei ti ama o no".
Mi sono limitato ad alzare il bicchiere come segno d'apprezzamento del momento catartico; un buon brindisi per una buona frase.

Stasera mi è tornata in mente. Lei è partita da alcuni giorni e, a parte qualche breve corsa qui, non tornerà per due mesi circa, l'altra parte domani (ma devo piantarmi a forza nel cervello che se n'è andata da tempo), quindi per forza di cose il tema del viaggio si presenta insistente.

Forse il buon saggio aveva ragione, del resto da ubriachi non si mente, ci sarà già passato da quel che dice. Non conta tanto avere qualcuno, quanto sapere che c'è qualcuno che pensa a te anche quando non siete insieme. Probabilmente i miei problemi sono tutti qui: prima c'era qualcuno che pensava a me, ora non lo so.

Un bel viaggio ci vorrebbe anche per me, a dicembre me ne vado in America, giusto il tempo di fare i soldi.



Buon Viaggio.

lunedì 1 marzo 2010

Mai dire Mai

...

Mi dire mai
è una frase stupida
l'hanno detta troppe volte
prendi me ad esempio
che con questa storia
del mai dire mai
ho detto e fatto cose
che mai e poi mai
avrei voluto dire o fare mai

Prendi me ad esempio
che mi sembra sempre meno interessante
questo continuo distogliere altrove lo sguardo
e poi vivere per non morire

...

Mentre guardo le tue fotografie
penso di non riconoscerti
ma se ti osservo attentamente
io vedo nella tua persona
almeno una piccola
forse una grande
parte di me

Quando ti cerco per le vie della città
a volte il cuore mi batte forte
se ti intravedo fra la gente
vorrei dirti che sei
almeno una piccola
forse una grande
parte di me

...

domenica 28 febbraio 2010

Per te

8,30 e sono ancora sveglio, dormire é stato impossibile, ma ormai credo che la stanchezza non potrà tardare molto.

Stasera ti ho vista e ho pensato di morire. Non ti vedevo da più di un mese, da quella sera in cui non ci siamo nemmeno salutati degnamente, ma come potevo sapere che era l'ultima volta? C'eravamo anche detti "domani ne riparliamo" e quel domani non arrivò più. Se avessi saputo forse non avrei sprecato quell'ultima sera, forse ti avrei detto tutto quello che c'era da dire, o molto più probabilmente ti avrei tenuta tra le mie braccia senza parlare, ascoltando solo il tuo respiro. Che voglia di abbracciarti che ho, abbracciarti e piangere tutte le lacrime che mi restano, così da non piangere mai più.

La serata era iniziata bene e, anche se avrei dovuto sapere che potevi essere nei dintorni, non ci pensavo e mi stavo divertendo.
Poi è cambiato tutto: ti ho vista uscire dal blow up e per un attimo ho perso la voce, ho sentito cedermi le gambe, ma le ho riprese e stavo per correre da te per stringerti e dirti all'orecchio quanto mi eri mancata.
Ma un attimo dopo é uscito lui e sono tornato alla realtà, ho sentito un pugno alla bocca dello stomaco e il cuore ha perso uno o due battiti, ha fatto malissimo e continua a stringere ancora adesso.
Inutile dire che é bastato a bloccarmi sul posto, e l'idea di correre ad abbracciarti é rimasta solo nella mia mente. Inutile anche dire che pur essendo rimasti in giro fino alle 5 non ricordo più nulla di quello che è successo dopo, nemmeno cosa ho detto a lei, e con che voce. Avevo solo un'immagine in mente, e continuava a ferirmi.

E ora che faccio? Come vado avanti? Perchè nonostante il dolore, ho sempre quella voglia di correre da te, stringerti forte a me e dirti quanto mi sei mancata.

venerdì 26 febbraio 2010

insonne per scelta... di un'altra

Ancora mattina. Ancora sveglio. Ancora qui.

Ormai sono un insonne per professione. Se sto a casa finisco per pensare. Finisco a chiedermi se sto facendo la cosa giusta, e lo so che sto sbagliando. Mi chiedo quando riuscirò a fidarmi, a mettere in gioco tutto perché tanto non perdo nulla, ma so che non ce la farò per colpa sua. E allora penso, penso, penso, penso... e si fa giorno inutilmente. Nottate sprecate.
Se non voglio pensare esco, e senza pensare faccio giorno ugualmente. Almeno non spreco nottate. ecco, sono un insonne per scelta... di un'altra.

E poi di giorno si lavora, ma alle 6 sono ancora qui sotto a scrivere, come sempre.
Per fortuna domani è venerdì, mi ubriaco e dormo fino alle 3, così recupero in vista di un'altra boccata d'aria.

giovedì 25 febbraio 2010

Ancora un ballo

Balla ancora ballerina,
balla al chiarore della luna
ed alla luce del faro di fronte.

Balla ancora questa notte
e tienimi con te fino a mattina,
regalami un altro sogno ballerina.

Stupiscimi ancora, non fermarti,
e se il cielo schiarisce non pensarci,
chiuderemo la porta.

Balla per me un'ultima volta,
che alla fine il resto lo sai,
e se non saprò seguirti mi capirai.


Ancora un'altra boccata d'aria e poi dormi ballerina, che Palermo é ormai sveglia da un pò. E se svegliandoti non mi trovi non pensarci, non importa, conta solo questo momento.

lunedì 22 febbraio 2010

Buongiorno!

E buongiorno... buongiorno 'na sega! Perché per me è ancora ieri non avendo dormito nemmeno un minuto. Ma il sole s'è già alzato da un pò, e io l'ho seguito con lo sguardo poco a poco, che tanto non avevo altro da fare.

Merito dei soliti pensieri e anche di qualcuno nuovo, giusto per non farci mancare nulla. Non si possono trattare le persone come oggetti, e io non sono un tipo che si comporta così, o almeno non lo ero. Ma qualcuno c'è l'ha la colpa di tutto questo, e se c'è un equilibrio, una giustizia divina... và, mi fermo qui che è meglio.

Oggi mordo! Meglio che scendo e me ne vado a lavorare, che almeno lì le cose vanno bene. Buon giorno e buon inizio di settimana!

domenica 21 febbraio 2010

Ha ricominciato a piovere... per fortuna!

Strano, ma vero. La pioggia mi porta davvero fortuna. Anche in questa giornata strana, con quel senso di fastidio che mi ha accompagnato sin dalla mattina, con quel brusìo di sottofondo che sento quando non mi va di passare la serata che ho programmato, che vorrei fare altro, che vorrei stare a casa ad ascoltare musica.

Non mi succedeva da un pò, ma oggi proprio non mi andava, avrei preferito restare all'ufficio, ma d'altronde ieri ero stato io a proporre la serata. E allora ecco nascere quel senso di fastidio che tanto bene conosco e che tante volte mi sono accollato quando le uscite erano quasi un contratto.

E il mio problema è sempre lo stesso: quando non mi va di fare qualcosa si vede subito, non sono mai stato bravo a nasconderlo. E infatti stavo rovinando tutto, al solito, perché sembra che lo faccia apposta.
Poi però arriva la pioggia, totalmente inaspettata in questo giorno di sabbia e vento, ma chissà per quale ragione ha cambiato tutto.
La pioggia mi porta fortuna, e continua a portarmela. Ed ora sono soddisfatto della serata, anche se è finita presto e sono già qui sotto a scrivere, ma oggi va bene così, domani vedremo.

La pioggia sta diventando grandine sui vetri della macchina, che sia un buon segno?

sabato 20 febbraio 2010

La crisi

Quando arriva una crisi riaffiorano alcuni ricordi che credevo persi. Cosa penso di me, cosa voglio da te, dove sono, cosa sono e perché?

So che rimarrò distratto per un pò, quindi rimarrò altrettanto distante...

E anche oggi vado a letto salutando il sole sorgere.

venerdì 19 febbraio 2010

Stasera parlo a te:

A te che probabilmente mi leggerai. Forse non domani, ma credo che passerai per sapere come sto.
E allora ti parlo da qui, visto che non sono pronto per altre forme di comunicazione.

Oggi sembra più difficile rialzarsi, ma non farò la vittima, sarò onesto e ti dirò che sono stato meglio ultimamente. Probabilmente il merito è stato del poco tempo libero per pensare. O lavoravo, o uscivo o facevo altro, ma ho cercato di non fermarmi, perchè finchè mi muovo non ti penso.

Ho avuto bisogno di prendere delle lunghe boccate d'aria (metafora di qualcosa che magari un giorno ti dirò) per cercare di mettere più spazio possibile tra me e il ricordo di te. Non é impresa semplice far finta che tu non sia esistita, mi ritorni davanti agli occhi in quasi tutto quel che faccio e che mi circonda, ma non mollo. La tentazione di tornare da te é forte, anche sapendo che dovrei accontentarmi solo del tuo affetto, ma ho continuato ad andare avanti mordendomi le labbra per non fare cazzate.

Poi però arriva il momento in cui ti senti giù, o ti manco, o qualsiasi sia il motivo, mi chiami. Non lo fai per farmi male, lo so, ma distruggi in un minuto, con una parola al telefono, giorni e giorni di lavoro.

E adesso sono ancora una volta al punto di partenza, una cosa che odio e che non mi sono cercato. E mi chiedo perché devo subire anche questo?

E ho fatto una cazzata in più.
Ero al telefono con lei ma mi sono accorto che pensavo a te, e che volevo parlare con te. L'ho salutata e ti ho cercata e sono rimasto a guardare il telefono aspettando una tua risposta che non é arrivata. E la testa si riempiva di domande senza risposta e di congetture. Perché l'ho fatto?

E tu perché l'hai fatto? Perché non mi hai lasciato libero di provare a rialzarmi? Vorrei non odiarti. Vorrei non amarti. Vorrei non provare nulla sentendo la tua voce.

giovedì 18 febbraio 2010

Una sera in più...

Anche stanotte sono qui sotto a scrivere, che poi sarebbe più facile salire sopra e accendere il pc, ma tant'è.

Serata bella, divertente, coi vecchi amici e coi vecchi scazzi da mandare affanculo tra un bicchiere, un pezzo e una partita a poker.

Menomale che alla fine qualche buon amico ti resta sempre, basta sapersi ricordare che c'è, perchè stasera la botta é stata pesante, non ero ancora pronto e temo che non lo sarò per molto molto tempo. Ho bisogno di dimenticare, per quanto male possa fare, ma così non ci riuscirò mai... che devo fare? Cambio città, numero e blog? Ecco, anche questa del blog, ora so che c'è la possibilità che lei (che tu) legga, e quindi io cosa scriverò? quello che sento o quello che credo non possa farti male? O solo quello che voglio che tu sappia, tralasciando il resto? Non smetterò mai di pormi domande, vero? Non riuscirò mai a lasciarti nel mio passato, un bellissimo ricordo e nulla più, vero?

martedì 16 febbraio 2010

Tirando le somme...

Ormai è tappa fissa. Spengo l'auto, la radio, le luci e resto un attimo a guardare oltre i vetri, lascio il tempo alle orecchie per abituarsi al silenzio così posso assaporare meglio il ticchettìo della pioggia sul tetto.

E mentre guardo le gocce scendere veloci lingo il vetro, tiro le somme della giornata:
mattinata pesante, non è cosa mia lavorare con 2 ore di sonno alle spalle (colpa mia, la prossima sarà 40enne!).
Meglio il pomeriggio, non mi facevo regali da secoli, ma che cazzo, ogni tanto me lo merito!
La serata... La miglior festa dei single della mia vita, breve ma intensa, quasi troppo! Resto single a vita se mi promettono che ci saranno sempre "singlesse" cosi!

E così anche per oggi ho fatto il mio resoconto, ho scritto la mia bella paginetta di diario terapeutica, e chissà che non funzioni davvero. Per saperlo dovrei chiudere per ferie per qualche tempo e vedere come va, ma ho troppa paura di ricominciare a farmi domande e cercare risposte che non avrò. E finirei per andare a guardare dove non devo perché so che mi farei male.

Basta pensare, Stop al televoto! Che finisco per vanificare l'effetto benefico della nottata. Mi beccherò un pò di pioggia sul cappello, ma non voglio aspettare che scampi stavolta, la pioggia m'ha portato fortuna.

lunedì 15 febbraio 2010

Aria

Ultimi 10 minuti d'attesa, poi un'altra lunga boccata d'aria, probailmente l'ultima di questo lungo weekend.



Che già mi sento male a pensare a un'intera settimana senza respiro.

Leave me paralyzed

Nulla, oggi non riesco a lavorare, e quando lo faccio poi devo andare a correggere le minchiate, quindi meglio fare pausa.



Leave me paralyzed, leave me hypnotized.

profumo

é stato bello addormentarsi col suo profumo tra le lenzuola dopo una serata perfetta.
Peccato essermi dovuto alzare troppo presto, ma inutilmente, perché invece di lavorare continuo a pensare a ieri notte...

Because the night belongs to lovers
Because the night belongs to us

domenica 14 febbraio 2010

Preparativi ...e due

barba, capelli, doccia, dopobarba e altri mille modi per far passare il tempo.
Quanto rallenta l'orologio quando stai aspettando? La noia inizia a prevalere, giro tra la pagine di FB senza cercare nulla, senza in realtà notare niente di interessante a parte un eccesso di cuoricini e banalità.

Oggi non è giorno da cuoricini rosa, piuttosto da candele rosse. Non tiepide smancerie, ma urgente passione, che prende allo stomaco e non molla la presa.

E intanto il tempo passa e intanto il tempo và, cantava Pau, e magari stacco e scendo, che finalmente il blocco è finito e ho il tempo di prendere una boccata d'aria prima di cena.

Preparativi

Ancora preso dalla botta, mi riprendo lentamente dagli abusi di ieri. Dalla cena al dopocena fino alla mattina. Ringrazio il comune che mi impedisce di muovermi da casa fino a ora di cena e ne approfitto per prepararmi alla serata.

E poi baila baila bailarina...

Meteo & Oroscopo

Pare sia stata una serata fredda... me ne sto accorgendo solo ora guardando il termometro. Pare che abbia piovuto... me ne sono accorto solo poco fa entrando in macchina ed accendendo i tergicristalli.
Dovrei prestare più attenzione alle cose, ma ammetto che avevo per le mani qualcosa di più interessante del meteo.

Stanotte (anzi stamattina) nessuna canzone particolare dalla buona virgin radio, ma girando ho trovato l'oroscopo, che mi da "vincente" in questo S.Valentino ventidieci, «saprò usare le parole giuste per conquistare chi voglio, o chi mi ha rubato il cuore».
Come devo interpretarlo? Chi sarebbe questa persona? Perchè chi voglio e chi mi ha "rubato il cuore" (che gergo banale da oroscopista) sono persone diverse. E poi con la prima non sembra servano altre parole, mentre con la seconda non ho dialogo, quindi come potrei usare le parole giuste? Odio gli oroscopi, mettono solo casino.

L'importante è che secondo lui avrò una "serata rovente" (ma essendo s.valentino sono sicuro che l'ha detto a tutti i segni, così nessuno rimane scontento). E menomale che non ha parlato della mattina, perchè con il blocco selvaggio del traffico avrei dovuto prendere l'autobus, che non scalda certo l'atmosfera.

boh, chissà magari apprezzerò davvero questa festa stavolta. E magari smettesse anche di piovere, così me ne salgo a casa che inizio a sentire freddo. Quasi quasi telefono al Genio per sapere quando scampa, visto che sa tutto lui!

sabato 13 febbraio 2010

pausa tra un respiro e l'altro

Un nuovo risveglio lento, e nemmeno la pioggia. La giornata si preannuncia positiva. Non splende il sole, ma non mi serve, mi basta che ci sia luna stasera.

La testa fa un pò male e il tono di voce è ancora un pò rauco, ma ho la sensazione che l'aria intorno sia un pò meno opprimente. Purtroppo ci sono impegni che non conoscono il concetto di "weekend", ma li considero solo una piccola sosta prima di tornare a respirare, in attesa che sia di nuovo sera.

E allora me ne vado a lavorare guardando la finestra e aspettando che faccia buio, pregustando una nuova boccata d'aria.

'Notte

Notte gelida e bagnata.
Notte calda e sudata.
Notte di arrivi e partenze.
Notte di saluti e baci.
Notte di rum e di nuovi modi per berlo.
Notte di balli e di canti, di lenti e di letti.
Notte di note e note di notte.

---
certe notti c'hai qualche ferita che qualche tua amica disinfetterà...
---

certe notti la radio che passa il vecchio liga sembra sapere che ci sono io al volante, e mentre torno a casa coi miei pensieri, mi regala qualche perla per ricordarmi di pensare meno e godermela di più.

E allora me la godo ancora un pò, posteggiato sotto casa, con la pioggia che batte sul tetto e con un buon profumo addosso. Prendo tempo per respirare, respiro per riallinerare il cervello, e riallineo il cervello per non dimenticare. E prima che passi l'effetto combinato dell'alcol e del resto, scrivo tutto a futura memoria.

Ora, prima che il cielo schiarisca troppo, adesso che la pioggia sembra più leggera, un ultimo respiro e via a nanna senza pensarci più, che potrebbe riprendere a diluviare presto, in tutti i sensi.

venerdì 12 febbraio 2010

pioggia battente

Girare per la città sotto la pioggia ogni tanto fa bene, soprattutto quando è già buio, ma ora ci vuole una doccia calda per riprendermi.

...
e Cesare perduto nella pioggia
sta aspettando da sei ore il suo amore ballerina.
E rimane lì, a bagnarsi ancora un pò
mentre il tram di mezzanotte se ne và.
E tutto questo Alice non lo sa.
...

Stagioni

---drop---

In quella grande tempesta d'erba, non era estate, nè primavera.
E non sembrava nemmeno autunno però l'inverno non esisteva.
E non sembrava nemmeno autunno perchè l'inverno non esisteva.

---drop---

giovedì 11 febbraio 2010

la stronzata

Sarebbe successo prima o poi che in un attimo di distrazione, o di debolezza, avrei fato una minchiata.
Avevo detto che avrei dovuto tagliare di netto ogni possibile tentazione, non l'ho fatto e me ne becco le conseguenze.
L'ho visto spuntare insieme ad altri, ma quel nome m'ha fatto male agli occhi già al primo istante, e sta cazzo di nuova impostazione di facebook non mi aiuta di certo.
Ma stavolta non me la sono cercata, l'invito m'è arrivato tramite Barbera e lei era tra i partecipanti. Poi una cosa tira l'altra...

Risultato? LA ODIO più di ogni altra cosa. Continuo a sentirmi derubato, non posso farci niente. Vorrei che sparisse dalla mia città, e magari anche dai miei ricordi. Sarebbe bello un giorno leggerne il nome e non sapere chi sia, dimenticando tutto quello che mi ha fatto. Spero di non incontrarla mai più, ma se succedesse temo di vomitare. Vorrei che evaporasse!

meno uno...

Un altro giorno da cancellare dall'elenco. E va bene così, perché più ne passano meglio andrà, e cazzo se ho bisogno che vada meglio. Domani altra giornata campale, prove generali di quello che sarà. E poi, se il fisico regge, un altro weekend per ricaricarmi sperando che nessuno mi spezzi le ginocchia nel mentre.

mercoledì 10 febbraio 2010

Viaggi & Miraggi

La pioggia che batte sul tetto mi sta già augurando il buongiorno, e la voglia di essere altrove cresce di minuto in minuto. Le proposte sono tutte invitanti, saprò rischiare? vorrei già avere la risposta. Ma una decisione urge, così non voglio continuare.

Non voglio dividere lo stesso cielo con chi s'è portato via la mia felicità, non voglio attraversare posti che mi ricordino il passato, ma in questa città non esiste più un luogo che non mi riporti indietro.
E vorrei che la smettessero di chiedermi, sono passati 2 anni, perchè la gente continua a fare domande?

Me ne andrò, è solo questione di tempo, e il momento sembra sempre più vicino. e più concreto che mai.

ABAB

Non é il giorno che porta dolore,
perché lo so che il giorno continuerà a tornare.
Mi è già successo, ne ricordo il sapore.
E non basteranno i giorni per farlo passare.

E poi eravamo convinti davvero
che bastava volerlo e avrebbe funzionato?
Ci abbiamo creduto sul serio
oppure l'abbiamo solo sperato?

Dimmi quando tutto questo passerà,
tu che hai saputo sempre leggermi dentro.
E dimmi alla fine di noi che resterà,
ho paura che per guarire dovrò averti contro.

lunedì 8 febbraio 2010

Punto. E a capo.

Alla fine sembra che sia arrivato veramente il momento.

Tanto ne ho parlato, tanto l'ho invocato, desiderato, sperato e temuto che è arrivato. E allora ci provo. Probabilmente il lavoro di Jacopo mi servirà per staccare, molto più probabilmente mi aiuterà la proposta dell'Albanese. Starò a vedere. Giusto il tempo di valutare i miei pro e contro. Giusto il tempo di contare i soldi.

Punto.
E a capo.

domenica 7 febbraio 2010

Tanto lavoro per nulla?

No, mi rifiuto di permettere a qualcuno, chiunque esso sia, di rendere inutile tutti gli sforzi fatti per riprendermi. Rabbia. Perché se fino a ieri stavo lavorando a pieno ritmo per tirare su una struttura solida a cui aggrapparmi, adesso tutto sembra nuovamente inservibile, per l'ennesima volta. E questa è la volta di troppo. E mi da fastidio la perfetta puntualità. Come si fa ad essere così precisi? Sembra una crudeltà inutile, sembra fatto apposta per non farmi riprendere mai. Mi stavo appena distraendo, il primo giorno in cui il primo pensiero appena sveglio era un pensiero sereno. RABBIA!

Rabbia, perché fino a ieri potevo ancora pensare che questa era una fase temporanea, che magari prima o poi le cose sarebbero tornate come una volta. Ora non più, peccato. Ma mi sono rotto, non ho più intenzione di permettere che accada nuovamente, quindi da oggi questa è una situazione definitiva. E passata la rabbia riprenderò a lavorare con più determinazione di prima.

Non mi farò più buttare a terra, a costo di cambiare numero.
Ed è ancora quattro.

Relax, é Domenica.

Dolce domenica, risveglio lento. I muscoli intorpiditi mi permettono solo movimenti rallentati e sonnacchiosi sotto le coperte, e i sensi ovattati aumentano questa sensazione di calma subcosciente.

Oggi é facile liberare la mente da ogni pensiero. Sarà anche merito del tasso alcolico che si ostina a restare alto nonostante l'opera d'arte estemporanea lasciata in un vicolo del centro ieri notte.
Magari é anche merito delle belle vibrazioni di una serata che il vento non ha saputo rovinare, anzi.

Chiunque sia l'artefice, ora mi godo questo inaspettato e insperato spiraglio di serenità, riassaporo con la mente quanto é successo solo poche ore fa e pregusto possibili scenari futuri. Ma soprattutto me la dormo un altro pò, che per alzarsi dal letto c'è sempre tempo.

PS: e quattro.

sabato 6 febbraio 2010

continuo...

Un altro giorno è finito. O forse sta appena iniziando, si saprà tra qualche ora, forse.
Intanto mi godo la pausa tra la fine della giornata e l'inizio della serata, valuto le attese e mi piazzo qualche pietra in tasca, che non vorrei trovarmi troppo leggero in balia del vento.

Ah, dimenticavo: e tre.

venerdì 5 febbraio 2010

e due

Due. Continuo a contare. E anche oggi come nelle ultime settimane l'oroscopo mi dava vincente, ma almeno stavolta, per la prima volta, c'ha preso!

E ora me ne vado a bere e stacco prima di consumare l'ultima tacca della batteria del telefono.

Stasera conto i bicchieri.

Pronti... Via!

In realtà non sono per niente pronto. Come sempre le decisioni le prende lei, dice "è la mia scelta" e parte il cronometro. Non ho potuto decidere quando, avrei scelto un altro momento, e ce ne sono stati in passato di momenti buoni. Ma ogni mio tentativo è stato stroncato dal prospetto di un senso di colpa: "se te ne vai io mi fermo qui". Poi se n'è andata lei.
Anzi no, non se n'è andata, non mi lascerebbe mai da solo, sono pur sempre il suo miglior amico.

Miglior amico un cazzo.

E ora devo correre anche se non voglio, anche se non sono pronto, ma il conto alla rovescia è già partito. 3... 2... 1... Via!

E parte la conta dei giorni. Che sensazione di dejavù.
Contavo i giorni che erano passati da quando, al telefono, mi aveva salutato per l'ultima volta dicendo che non poteva continuare così, e speravo che si rendesse conto che in realtà noi ci apparteniamo. Ho aspettato un ritorno. E intanto ammazzavo il dolore come potevo.

Poi ho iniziato a contare i giorni da quando ho conosciuto l'altra pensando "quand'è che me la farà dimenticare?".
Finchè arrivò l'estate e rinunciai, iniziando a contare i giorni dall'ultima volta che c'eravamo visti sperando che più tempo passava più facile sarebbe stato dirle "scusa, non sei riuscita a farmela dimenticare. Vado via."

E alla fine di nuovo noi, in un modo o nell'altro. Nascosti a tutti ma ugualmente Noi. A custodire un segreto davanti agli altri, a scambiarci uno sguardo in cui dirci tutto ciò che solo noi potevamo sentire. Perché l'avevamo detto mille volte che non sarebbe potuto finire mai.
Noi che avevamo nuovamente l'intesa perfetta che ci aveva resi così diversi da tutti. La capacità di sorreggerci a vicenda come nessun altro avrebbe mai saputo fare.
Di nuovo la serenità che mi mancava, di nuovo il caldo abbraccio dei suoi occhi nei miei e la vertigine di parole sussurrate. Ancora la speranza che si sarebbe resa conto che non é possibile vivere l'uno senza l'altra e la consapevolezza che le sarei stato accanto fino alla fine.
Ancora aspettare e contare, e intanto essere sempre lì, presente, pronto a darle tutto quello che avevo, e ripetermi che ormai non poteva volerci molto.

Infatti non c'è voluto molto. L'anno è iniziato male tanto quanto il precedente era iniziato bene. Lo sentivo, gliel'avevo anche detto. Ma non ho avuto ugualmente il tempo di prepararmi. 3... 2... 1... Via!

Di nuovo solo a contare, ma stavolta con la consapevolezza che se non ha capito ora non capirà mai, o meglio: che se non l'ho capito la prima volta ora lo devo capire per forza che "per sempre" è una cazzata da scrivere nei bigliettini dei Baci Perugina, o nelle pubblicità dei diamanti, e serve solo a vendere.

OK, conto. Conto i giorni che sono passati da quando le ho detto: tutto o niente, non posso sopportare un'altra volta di esserti amico. Fingi di non avere più il mio numero e soprattutto non cercarmi se stai male. E mi ha fatto malisismo dirlo.
Conto sperando di riuscire a mantenere la volontà e pregando che presto dimenticherò il motivo per cui sto contando e insieme al motivo dimenticherò anche lei.

E allora 3... 2... 1.. Via! Primo Giorno.

giovedì 4 febbraio 2010

Destinazione: Atlante

30 ore di veglia continuate. La mente va a tutte le volte che mi è capitato di restare sveglio così a lungo. Aiutato da tanto alcol, gli amici e le chitarre. E poi si stramazzava sotto le palme del Foro Italico oppure sotto il pico del sole di San Leone.

Ma ora è diverso. Queste 30 ore pesano molto di più perché le ho attraversate da solo, dividendomi tra impegni improrogabili, il futuro su cui dover riflettere, le decisioni da prendere e tanta rabbia che mi ha tenuto sveglio tutta la notte.

E intanto il lavoro resta li. L'ufficio prende polvere, al telefono non rispondo da giorni, le email iniziano a diventare tante, ma leggo solo i mittenti, i contenuti non mi interessano.

Mi serve un motivo valido per giustificare il silenzio della mia scrivania, l'assenza dei led blu accesi spesso fino a tarda sera e il fastidioso messaggio della wind che ripete che "l'utente non vuole, al momento, avere rotte le palle".
Mi servirebbe una vacanza. Lo dico sempre ma non parto mai. Al massimo faccio un giro su Google Maps.
Stavolta invece ci vorrebbe un posto in cui nessuno possa seguirmi, e dove i telefoni non prendano. Devo prendere le distanze dalla quotidianità per potermi liberare dai legami che stanno rischiando di diventare fonte di dolore e di pesi troppo grandi da portare.

Ecco, mi serve una vacanza. Vera. Una destinazione. Devo comparmi un altante.

mercoledì 3 febbraio 2010

X_x

La vita è breve, quando meno te l'aspetti ti abbandona e ti lascia lì. Ma che cos'è l'amore in confronto?

La vita è breve, liberarti da ogni pensiero non è forse ciò che hai sempre sognato?

Sogno

Sveglio. Non apro gli occhi per gustarmi ancora un attimo il tepore del dormiveglia. Sono felice. Dopo un tempo obiettivamente non luqnghissimo, ma che a me è sembrato interminabile. Sto bene, così di colpo. e penso "mi avevano detto che non può succedere in un colpo solo, minchiate!".

In ogni caso, come sia successo non importa, conta solo che ora mi sento leggero, un peso insopportabile ha deciso di lasciare il mio petto, posso tornare a respirare.

Prendo il telefono e, per quanto una parte del mio cervello mi stia dicendo "che-cazzo-fai?!", io so che è giusto, è così che si inizia la giornata, altrimenti non varrebbe la pena alzarsi dal letto. La chiamo, ma il suo telefono squilla nella mia stanza, mi giro ed è lì. dorme accanto a me. l'abbraccio e piango.

Ecco, perchè piango? Che c'entra il pianto? E qui crolla tutto, perchè mi sveglio di colpo e scopro che sto piangengo davvero, e chissà da quanto a giudicare dalle condizioni del cuscino. E ovviamente lei non c'è. COGLIONE!

Naturale, infatti non può passare in un colpo solo. E allora prendo il telefono e scrivo, perchè é così che si inizia la giornata: maledicendo me stesso e tutto quello che mi sta intorno, passato, presente e futuro.

martedì 2 febbraio 2010

Promemoria

Torno a scrivere per te, cioè per me. Così ti ricorderai di questa giornata.

E soprattutto cerca di ricordartene quando sarà difficile tenere il timone, quando il dolore, i pensieri, i sogni, ti tenteranno. Perché succedera, e presto anche.

Ma oggi puoi contare due novità: hai preso La Decisione. Spetta a te mantenerla. Anche quando farà male. E poi finalmente stai scrivendo dalla scrivania, quindi niente più nausea... Beh, questo non è proprio vero, ma tu non te lo ricorderai.

Paura

Paura. Cazzo! Devo smetterla, basta basta basta basta. Sperando che ripetere aiuti.

Paura. Da far tremare le gambe e costringermi a letto. Da togliere il fiato, riempire le orecchie del battito del mio stesso cuore e impedire ogni pensiero.

E allora scrivo. Per esorcizzare. Per metabolizzare o, meglio ancora, per cercare di razionalizzare ed evitare la stessa reazione se il pensiero dovesse ripresentarsi.
Forse più onestamente scrivo per impegnare la testa, per cercare di dimenticare imponendomi l'esercizio di trovare le parole da scrivere.

E dovrei dormire. E poi dovrei decidermi a uscire da qui. Sono patetico. Sono stanco. Sono solo. E non so quanto resisterò.

lunedì 1 febbraio 2010

e il settimo giorno... mi riposai?

una settimana. Sette giorni. Centosessantotto ore. Troppe se le passi quasi tutte a pensare alle stesse domande che continuano a non avere risposta.
Ma in fondo non è cambiato nulla, sono ancora qui, nessun terremoto o tzunami, nemmeno un alieno distratto che passa di qua per caso, mi prende e mi porta via. Nulla. Solo io, il tempo e le domande. Prima o poi una risposta dovrò trovarla, se l'aspettano, ma io non so che dire.

So di aver superato la prima settimana. Il tanto temuto weekend me lo son lasciato alle spalle, e non è andata male. È andata peggio. Niente alcol. niente tabasco, niente.

Solo minuti interminabili e una chitarra a 5 corde. Un fastidio tremendo, ma non ho nemmeno preso in considerazione l'idea di uscire a comprare la corda mancante. Ho semplicemente accettato la situazione così com'è. È rimasta con 5 corde? Bene, perchè insistere? Perchè combattere? Accetta e vai avanti. E così ho fatto. Ho suonato con le corde rimaste.

E il settimo giorno... son qui a chiedermi: e ora? Mi ero dato una settimana. È passata, ora ci vuole la decisione, ma sono più confuso di prima. Inoltre non ho più un bioritmo decente, e questo influisce negativamente su umore, appetito, concentrazione, capacità cognitive, coordinazione mano-occhio, interazioni sociali, salute, amore, lavoro, denaro.

Mi dovrei prendere una settimana di vacanza. Un'altra.

giovedì 28 gennaio 2010

Giorno III dal diario di bordo

Ancora qui a scrivere fra coperte e cuscino. perchè, anche se oggi mi son alzato, la nausea non accenna a passare, e quindi appena posso me ne torno in posizione orizzontale, che almeno evito di perdere l'equilibrio e aprirmi la faccia sul pavimento.

Avevo quaso deciso di cancellare tutto, ma poi ho cambiato idea. Intanto perché dal telefono non è facilissimo e mi secca perderci tempo, ma soprattutto perché so di avere pochissima memoria, e già tante volte queste pagine mi hanno ricordato cose dalle quali dovrei trarre esperienza. Quindi: RICORDATI DI QUESTI GIORNI!

E mentre lo fai considera l'ironia per cui oggi hai mentalmente ringraziato qualcuno che mai avresti pensato di ringraziare!

E infatti m'è sembrato stranissimo pensarlo, ma tant'é, con le sue azioni forse sta riuscendo dove nemmeno il tempo aveva potuto. Starò a vedere, il fiume è sempre li, il mio posto in riva al fosso ce l'ho, se vedrò passare qualche cadavere saprò di avercela fatta, altrimenti continuerò ad aspettare, che di tempo ne ho.

Anche per oggi ho fatto il mio, magari domani andrà meglio e mi stupirò della mia velocità di reazione, ma la vera prova sarà il weekend, e li ci vorrà la scimmia con tanto tabasco!

mercoledì 27 gennaio 2010

Mi sono alzato, ero stanco. Ho acceso il pc, raramente resta spento così a lungo, ma avrei fatto meglio a lasciarlo riposare.

Son tornato a scrivere dal telefono, almeno così non mi perdo a divagare e posso stare a letto, il senso di nausea sembra diminuire da qui.

che poi non son stato nemmeno tanto, giusto il tempo di collegarmi, girare un pò e vedere cose che non avrei voluto vedere. E giusto il tempo di maledirmi. Affanculo!

Dove sbaglio? Cosa cerco, o meglio, cosa mi manca davvero? Ma soprattutto: a chi cazzo sto facendo ste domande? Cancello tutto?... Magari domani.

martedì 26 gennaio 2010

Divagazioni di una mente insonne e parzialmente dissociata

Sveglio. Dopo l'intera giornata passata in un pesante e inquieto stato letargico, ora sono irrimediabilmente e odiosamente sveglio.

Se non mi facesse male mi metterei quasi a ridere pensando alle coincidenze... é già successo in questo periodo dell'anno di stare così, con gli stessi pensieri, con le stesse incertezze, con lo stesso blog davanti.

Sembra di giocare al gioco dell'oca, sbagli casella e una scala ti riporta indietro, oppure a monopoli, ti fermi nel punto sbagliato e...
CARTA IMPREVISTO: Paga pegno e torna al via, e non incazzarti troppo per tutta la fatica fatta per arrivare fin qui.

Già, perchè a saperle prima certe cose...
...non sarebbe cambiato un cazzo, mi ci sarei rotto la testa lo stesso.

E allora che faccio? Boh, magari me ne torno a letto a guardare il soffitto, non vorrei che si sentisse trascurato.

lunedì 25 gennaio 2010

Libri...

Voltare pagina. Anzi no. Lo conosco a memoria questo libro, lo so già cosa c'è nella prossima pagina. Invece dovrei decidermi a chiuderlo una volta per tutte e metterlo in uno scaffale in alto, così non mi verrà voglia di riprenderlo.

E poi magari iniziare un libro nuovo, và... Mi serve una nuova libreria. Ecco.

domenica 17 gennaio 2010

Constatazioni... in ritardo

Quando pensi talmente forte che i concetti si accavallano, quando i pensieri sono così veloci da sovrapporsi e confondersi, è il caso di aprire i paracadute, di gettare le ancore, mandare i motori indietro tutta, insomma: è il caso di fermarsi un attimo per cercare la causa di questo vortice nella testa.

Io la conosco la causa: è rabbia. Perchè tutto è mutato in un solo attimo, una mattina. Una frase ascoltata al telefono, appena sveglio, un secondo di silenzio per capire meglio e poi la conferma: avevo capito bene.

E la cosa peggiore è ke non dipende da me, non posso farci nulla, solo accettare la situazione e andare avanti così com'è, oppure dire un no secco, voltarmi dall'altra parte e ricominciare tutto da capo, che in fondo ho solo 26 anni e tante esperienze da fare. Esperienze che non sentivo il bisogno di fare, comunque.

Che poi in fondo la colpa è mia, perchè non avrei dovuto lasciare che le cose andassero da sole, perchè lo sapevo che avrei corso il rischio di abituarmi, e poi sarebbe stato peggio. E infatti è peggio. E quello che ho temuto per tanto tempo è successo, e chi poteva (doveva) decidere non l'ha fatto, e chi doveva (avrebbe dovuto) sparire non l'ha fatto, e chi doveva (non voleva) farsi la sua vita non ne ha avuto la forza.

Ne la forza ne le palle necessarie, ma ci sarebbe voluta troppa forza di volontà per ascoltare la testa che diceva «attento, non ti conviene, chi te lo fa fare? finksci scottato!», ho preferito far finta di nulla pensando che le cose si sarebbero sistemate da sole.
Minchiate, infatti sono di nuovo qui a scrivere dopo più di un anno.
Che ho concluso? Nulla, ho perso un anno di tempo, Se qualcuno lo trova me lo può gentilmente lasciare nella buca delle lettere? Grazie.