Credo che ci voglia un dio ed anche un bar,
ma dovendo scegliere opterei per il bar

domenica 25 dicembre 2011

25 Dicembre [extract]

-Lights, Motors, Action!-

Promesse e scommesse. Non mantenute le prime, perse le seconde.

-Cut-

oggi è l'ultimo giorno, poi il mondo finirà. Mano dal finestrino, domani io partirò per sdraiarmi sul sole, addormentarmi per ore, dimenticare e fuggire da te.

-Cut-

Sono Ernesto e sarò onesto con chi onesto non è stato. (O.o)

-Cut-

Preistoria: prima della scoperta del fuoco, quanto erano nervosi i fumatori?

-Cut-

Il tempo ci costringe a fare misurazioni di calendari, pendoli, cronometri. C'è chi lo sfida, chi lo teme e chi lo nega e c'è chi francamente se ne frega.

-Cut-

SI...nceramente non dico niente, nemmeno alla gente che osserva. NO...taio mi sente, se può gentilmente, vorrei la domanda di riserva!

-Cut-

Finalmente soli. Ah, mi sa che forse ho parcheggiato in divieto di sosta.

-Cut-

Perché è più facile aprire il caveau di una banca che il gancetto di un reggiseno?

-Aaaand.... STOP!-

domenica 18 dicembre 2011

Uno. Due. Tre.

Un'altra buonanotte/buongiorno sotto la pioggia.
Finalmente l'inverno è arrivato, ma io aspetto febbraio, come ogni anno.

Never look back
Ecco una cosa che difficilmente riuscirò a fare...
E anche dei video così:


Russ Chimes - Midnight Club EP COMPLETE TRILOGY from Russ Chimes on Vimeo.

Ecco due cose che difficilmente riuscirò a fare...
E anche non mettermi a girare in rete quando rientro a casa.
Ecco tre cose che difficilmente riuscirò a fare...

sabato 17 dicembre 2011

Torneo prima dell'alba

Vuccirìa, 4 del mattino, sangue, birra e biliardino. Cosa si può chiedere di più a un venerdì notte?

Perché ci son sere che un pò di sano divertimento è meglio di una scopata.
Un sentito grazie alle ragazze che in attacco si son rivelate più risolutive di noi che, fregati dall'età e dai riflessi lenti dell'alcool, ci siamo dovuti accontentare della difesa. Pur non di meno abbiamo fato la nostra porca figura e attirato pubblico tifante.

Penso davvero che non avrei potuto sperare di meglio per oggi, per di più adesso sta iniziando a piovere, e sono poche le cose, oltre la pioggia notturna, che sanno farmi spuntare un sorriso mentre rientro a casa.
Però prima che inizi il diluvio è meglio se salgo e mi metto a letto, sempre se riuscirò ad arrivarci al letto!

domenica 11 dicembre 2011

Buonanotte... Se così si può dire.

Non vedo più nessun male che mi possa ferire,
Almeno per stanotte non c'è nessun dolore.

Oggi più tardi di ieri, in pratica oggi è già domani.
Ancora non basta, c'è sempre un pò di rumore di fondo che stona col resto, ma posso dire che migliora giorno dopo giorno.
Ormai resta appena un sapore misto tra delusione e nostalgia.

Più delusione.

Ma come fai a spiegare a chi conosci appena chi era lei -cos'era lei- oltre il sesso, oltre il divertimento, oltre il gioco, oltre tutti e tutte quelle che sono passate. Come fai a spiegarle certe cose? E soprattutto come spieghi l'epilogo di tutto questo? Il significato di tutto questo? Il senso di tutti i sacrifici fatti da entrambi, se poi basta che uno dei due demandi a un terzo le proprie volontà per annullare tutto? E tutta la fiducia malriposta nell'altra persona. Come si fa?

Semplice, non lo spieghi, dici solo «niente, nulla di importante» e te ne esci.

E in fondo è proprio così ormai, niente di importante, non più.
Solo che resta la delusione per un comportamento, una scelta, una decisione che so non essere spontanea, che so essere dettata dal ricatto, dal sottostare a volontà altrui, perché quando più volte sono stato io a proporre questa conclusione mi sono sentito rispondere -tra le lacrime- che se l'avessi fatto poi l'avrei avuta sulla coscienza.

Purtroppo agire secondo volontà altrui significa staccare un assegno in bianco e affidarlo a questa persona che avrà disponibilità di scegliere cosa si può e cosa non si può, oggi e domani.
Perché oggi si tratta di questo, domani sarà qualcos'altro e non ci sarà modo di tirarsi indietro, di dire «No, questo no» senza vedersi parare davanti il solito ricatto, perché se ieri hai fatto quanto ti è stato imposto, ora cosa cambia? E il vortice continua a girare, finché a un certo punto qualcuno dovrà chiedersi se ne vale realmente la pena, e a quel punto però c'è il rischio di doversi svegliare e capire che quello che si è perso non si recupera. Peccato.

Ma in fondo quando si decide che siano gli altri a vivere per te, quando si decide di vivere la vita di altri, quando si lascia ad altri la possibilità di scegliere al proprio posto, poi ci si deve anche addossare le conseguenze che ne derivano.
La delusione nasce quando credevi di avere davanti una persona che sarebbe stata sempre un palmo sopra ogni tua migliore aspettativa, quando avevi la certezza che quella persona aveva le palle quadre, anzi cubiche, e che mai si sarebbe lasciata mettere i piedi in testa. Quando credevi in quella persona con tutto te stesso, e la spronavi ogni giorno perché sapevi che valeva molto più di quanto lei stessa credesse.

E che soprattutto mai avrebbe tradito la tua fiducia, qualsiasi cosa potesse accadere.

Ma si impara proprio da queste esperienze, e in ogni caso ormai per me è «niente, nulla di importante», e me ne esco.
Anzi, me ne vado a dormire che c'è il sole fuori.

sabato 10 dicembre 2011

Alibi

Dopo aver guardato affondare il tuo cuore,
dopo aver permesso al tempo di giudicare,
stringo le mie spalle senza niente da dire.

Piove sui miei alibi,
Piove sui rimpianti.

L’acqua scorre e scivola sul tempo che ci resta.

A quest'ora non ho la forza di esprimere con parole mie quello che penso, quindi rubo.
Stasera avrebbe potuto piovere, o magari domani.

venerdì 9 dicembre 2011

Un luuungo ponte ovattato

Riflessi lenti, movimenti calmi, pensieri assenti, e oserei dire - oso? Massì, oso - serenità!

Dopo un mese di regolari-orari-lavorativi, (che prima o poi segneranno la mia dipartita, lo so) e vari stress legati a stupide e insulse situazioni; dopo un mese di weekend fottuti a far compagnia a quel becco di Danilo che si é scassato un piede - e noi più becchi di lui che ci facciamo prendere dall'istinto dell'Amico - finalmente una valvola di sfogo.

E questa condizione da lavoratore dipendente, con la deformazione che ne deriva: "lunedì ci pensiamo", aiuta parecchio!

Bene l'inizio di ieri e, con in bocca ancora il sapore della serata, oggi continua meglio questo lungo ponte. Potrei aspettare di vedere le nuove svolte che prenderà, oppure potrei godermi la giornata così com'è. Mi sa che farò la seconda. Per una volta.

domenica 4 dicembre 2011

Abitudini

abitudine [a-bi-tù-di-ne] s.f.: Stabile acquisizione di un particolare comportamento.

Quante se ne prendono di abitudini, quanto è semplice far sì che qualcosa diventi automatico.

Impari a guidare e dopo poco non ci pensi più a quale marcia ti serve, o che devi premere la frizione, spingere la leva del cambio e tutte le lezioni della scuola guida. No, lo fai e basta.
Cambi telefono e all'inizio sembri un cerebroleso con la coordinazione di un cucchiaino da thé, ma basta poco e ti ritrovi a rigirartelo in mano per controllare le email mentre stai mandando un sms e aggiornando lo status su facebook, (magari chiedendoti se puoi anche telefonarci con sta cosa che hai in mano).
E con le persone che ti stanno intorno, con loro è ancora più strano, spesso si innescano abitudini senza che nemmeno te ne accorgi, nemmeno lo volevi, o almeno non l'avevi cercata. Eppure succede, ti trovi a mandare un messaggio ogni mattina con un semplice buongiorno, perché si è iniziato a farlo quasi per caso e ora si continua. Punto. Oppure si prende l'abitudine a salutarsi in modo strano, e vatti a ricordare chi e quando ha deciso che noi ci saremmo sempre salutati così.

E poi le cose cambiano - perché le cose cambiano sempre! - non ci si sente più, o si cambia nuovamente telefono, o scegli un motivo a caso, ma il concetto è che quelle abitudini si perdono. Alcune volte succede di colpo, come quando cambi casa e la strada del ritorno non è più quella che i tuoi piedi fanno con l'autopilota, ma loro se ne fregano e continuano a portarti sempre lì, basta solo che ti metti a pensare ad altro e ti ritrovi sotto un portone che non è più il tuo; peggio ancora quando ti ritrovi sotto la finestra di una ragazza che non è più la tua, ma può capitare quando le cose cambiano troppo in fretta.

Spesso invece succede poco a poco, e così una nuova abitudine sostituisce la precedente. E questo è il caso migliore - almeno in teoria - perché non c'è trauma. Ma nella pratica le cose stanno diversamente: ti accorgi di tutto solo dopo tempo, quando un particolare -un suono, un'immagine, un profumo - innesca quel vecchio meccanismo ormai in disuso.

Come quando alla radio passa un riff che ti è sempre piaciuto e le mani partono in automatico, ma tu non tocchi una chitarra da secoli, e a quel punto dici: Cazzo ma quant'è che non suono?! Oppure come quando ti capita una cosa divertente e te la tieni in testa, la appunti pensando: stasera la chiamo e gliela racconto, che è troppo bella per non riderne insieme. Poi accosti la macchina, ti fermi, sposti lo specchietto in modo da guardarti bene in faccia, ti mandi a fanculo e riparti.

Abitudini.

sabato 3 dicembre 2011

Vorrei la fattura, please.

I conti si pagano, si sa. E non si scappa, anche a distanza di tempo (anni) son qui oggi a pagare il conto con te.

Già, perché mi sa che oggi ho estinto il mio debito; i prossimi giorni, mesi anni, mi daranno la conferma, però credo di poterlo affermare con una buona approssimazione di sicurezza. 

Ho giocato con te, ho sottostimato l'importanza che avevi, o meglio, che avresti potuto avere giorno dopo giorno. Semplicemente eri "troppo", non può durare - mi ripetevo - con una così.
Non cerco giustificazioni, anche perché, ripeto, ho appena espiato le mie colpe. E proprio la stessa persona che mi aiutò a farti male oggi era dietro la cassa a staccare lo scontrino, ad attendere il pagamento del conto, dopo che io le ho restituito il favore aiutandola a fare male ad un altro.

Che tristezza, avevo giustificato il mio comportamento con la convinzione che valesse la pena barattare una relazione nuova, con poche basi e piena di incognite per un rapporto solido, duraturo, pieno di complicità e comprensione reciproca. Che pirla che sono, ora che dall'altro lato la reazione è stata esattamente opposta. Spero per lei che ne varrà la pena, ma che delusione in fondo. Davvero, mai fidarsi di nessuno, anche si trattasse della tua immagine allo specchio, perché appena ne avrà l'occasione ti tradirà, in un modo o nell'altro.

Però devo ammettere che un pò mi affascina la circolarità dell'evento: con un tradimento ho contratto un debito con te, e con un altro tradimento l'ho estinto quel debito. Anzi no, devo essere più sincero: la causa di tutto è stata la CONFESSIONE di un tradimento, sia la prima che la seconda volta. Certo, io non sono riuscito a nasconderti nulla per più di un'ora, ma si sa che non so mentire, soprattutto guardandoti negli occhi.
Però bastava il silenzio, e sarei potuto uscirne senza fermarmi alla cassa, senza pagare il conto.

Purtroppo non potrò riaverti indietro, ne probabilmente potrò cambiare l'idea che hai di me, spero solo di poter ottenere regolare fattura, almeno ci scarico l'IVA, che in questi tempi di crisi non guasta.

sovrappensiero

Posteggio, fermo la macchina, abbasso il volume della radio... E invece di scendere resto qui a guardare un punto qualsiasi oltre il vetro. O meglio, guardo proprio il vetro, metto a fuoco una macchiolina lasciando sfocare tutto il mondo che c'è oltre.
E così, perdendo il significato di quello che vedo (come quando ripeto mille volte una parola finché non ha più senso), mi ritrovo sovrappensiero a fissare una macchiolina su un vetro e intanto attraversare il mio presente, spolverare il mio passato e ipotizzare il mio futuro.
Vedo strade percorse tante di quelle volte da conoscerne ogni sasso; e quelle che invece ho appena iniziato con la curiosità di guardare oltre l'angolo; e poi quelle altre su cui ho piazzato un cartello di pericolo per ricordarmi che non è il caso di percorrerle ancora... ma per quanta esperienza si cerchi di fare, non basta mai a evitare l'ennesimo tonfo. E allora via a fare scorte di antidolorifico e garze in attesa della prossima facciata sull'asfalto.
E ora? Le alternative sono 2:
- continuare a guardare macchioline sul vetro (e ce ne sono parecchie)
- salire a casa che sono quasi le 5 e dovrei anche avere sonno, come quando ero in grado di dormire 12 ore di seguito (prima ero una persona meglio).

Ho bisogno di qualcuno che mi indichi la strada, sono stanco di sbatterci il muso. E mentre aspetto di trovare quella persona stacco tutto e medito il ritiro in un Paese dove la densità di popolazione è così bassa che potrei stare interi giorni senza vedere o sentire nessuno...

lunedì 21 novembre 2011

Oh... new week!

Oh! E la domenica che aspettavo arrivò, poi passò e siamo già 24 ore avanti! E che fù, e che non fù, sgusciò via veloce e inattesa. E ho inavvertitamente superato l'appuntamento settimanale con questa pagina, senza accorgermene, buon segno direi.
E ora quindi 7 sono andati e altri 7 davanti.
Alla prossima.

domenica 6 novembre 2011

. . .

...e mi manchi. Succede spesso di domenica. Si esce, ci si distrae, si lavora, si tiene la mente impegnata, poi arriva la domenica e crolla tutto. E mi chiedo cosa fai, come stai, insomma mi faccio quasi schifo da solo per quanto sono deprimente.
E penso a cosa poteva essere se mi fossi comportato diversamente, ma non so fingere purtroppo, anche se sarebbe bastato poco, e inizio a maledirmi come al solito.
Sicuramente dovrei andare avanti, è passato più di un anno, ma non cambia nulla.

E poi c'è il pensiero a quell'altra, a cui ho dedicato tutto ottenendo in cambio niente. Per la quale ho sacrificato tanto, anche te, ed è stato un errore del quale mi pentirò chissà ancora per quanto.

Fanculo, avevo detto che non avrei più scritto qui proprio perché mi infastidisco quando mi prende sto scazzo, ma tant'è. Esco.

giovedì 3 novembre 2011

Ritorno a casa

Prima o poi devi farlo. A un certo punto si rientra, si rientra per forza. E a quel punto devi sperare di essere talmente stanco, talmente sbronzo da non aver la voglia -la forza- di accendere il pc.
E se non è così finisci per farlo lo sbaglio, e finisci per trovarti quel messaggio che ti chiama. E allora parte il dilemma interiore:

1- Che vuole a quest'ora?
2- No, idiota, leggi l'orario, risale a quando sei sceso.
1- E perché mi ha scritto quando sono sceso?
2- E io che cazzo ne so, sono la tua parte ancora vigile, mica Mago Merlino!
1- Allora le scrivo per chiederglielo!
2- A te non serve una parte vigile, ti serve un vigile e basta, andresti multato per "minchiate oltre il limite di velocita senza patente in stato d'ebbrezza". A CHI MINCHIA SCRIVI? Sei tutto ciuoto!?

Ecco. Come tentavo di spiegare prima, meglio rientrare troppo stanchi, troppo cotti o troppo euforici, così il pc nemmeno ti ricordi di averlo. E poi ci vorrebbe un pò di pioggia, come non piove da più di un anno ormai.

mercoledì 2 novembre 2011

Buon compleanno

Buon compleanno a te. Non sai quanto mi fa star male non dirtelo, quanto sarà doloroso non esserci, quanto sarà pesante veder arrivare la mezzanotte e non poterti abbracciare, non poter essere io il primo a guardarti negli occhi e dirti che quest'anno sarà migliore degli altri, come ho sempre fatto.
E sto iniziando a vedere quanto è profondo il solco tracciato tra il "prima" e il "dopo", ora che per la prima volta dopo più di 10 anni siamo mancati ai nostri rispettivi compleanni. Gli altri andavano e venivano, gente che compariva e poi spariva senza più lasciare traccia, ma noi c'eravamo sempre, anzi certe volte c'eravamo solo noi, e andava benissimo così!

Le cose cambiano, e forse stavolta più di prima, spero che almeno per stasera tu non perda tempo a pensare a me, ad arrabbiarti con me. So che forse non perdonerai facilmente la mia assenza, ma sono convinto che servisse mettere un punto fermo, deciso, e per quanto doloroso non potevo rimandare oltre. Questo non vuol dire però che non mi dispiaccia, che non ti penserò alla mezzanotte, e che in fondo mi maledirò per non aver ceduto, per non averti detto "aspettami, arrivo" come sono stato tentato mille volte di fare.

Tanti auguri, tanti auguri, tanti auguri a te. E vedrai che quest'anno sarà migliore di quello passato. Anche così.

domenica 16 ottobre 2011

ecco, e ora? domanda da millemilaeuro... Domanda che mi son ripetuto in testa per tutta la strada fino a casa, e ora che son fermo qui dentro la macchina ancora non ho una risposta.
Perchè come si fa a trovare una risposta che non faccia male, che sia completa, sincera e giusta quando la domanda è: si può recuperare il danno fatto?
Si è rotto qualcosa, per quanto abbia cercato di fingere indifferenza non posso non ammettere che la rottura c'è stata. Peccato perché aveva resistito anni, metà della mia vita a pensarci, proprio metà, in ogni senso. E ora basta, si è infranta la cosa più sacra che possa esistere tra due persone che hanno attraversato insieme metà della propria esistenza: si è infranta la fiducia. Che altro resta? Domanda a cui non so -non voglio?- rispondere.
Un rapporto unico che potrebbe diventare un altro dei tanti ipocriti rapporti interpersonali, un legame viscerale che pur di non morire rischia di trasformarsi in una banale conoscenza, il fantasma di quello che era... Solo perchè si è persa la fiducia. Ma come si ricompone un puzzle del genere? Come si fa a ritrovare fiducia quando la si è persa? Non lo so davvero, e mi spaventa.
Quindi stavolta niente frasi finali ad effetto, niente finta e stupida saggezza da blog, solo paura e gelo...

mercoledì 27 luglio 2011

promemoriapromemoria

RICORDA:
La vita è la sua, non la tua.
Suo il merito per le scelte corrette che farà; sue le conseguenze per gli errori; sue l'ansia e la frustrazione ogni volta CHe non saprà decidere cosa fare.
Ha chiesto il tuo consiglio, il tuo parere, il tuo aiuto. Gliel'hai dato al meglio delle tue possibilità, nel modo più diretto, onesto e oggettivo possibile. Ora basta.
Ogni volta che torna con lo stesso problema non hai, ne puoi avere, nuove parole, nuove soluzione o nuovi consigli, perché hai già detto tutto più e più volte. Non vuole convincersene? Non è un problema tuo! Più di così non puoi fare, ci sbatterà le corna e capirà da sé, non è colpa tua e non sarà tua responsabilità se starà male. Ora basta.
Quando avrà capito forse tornerà, tu non dirai "te l'avevo detto", ma non ti sentirai nemmeno colpevole per non aver impedito il dolore, non era compito tuo! Ora basta!
Temo che non ascolterai te stesso, ma spero che rifletterai, prenderai atto e ti comporterai di conseguenza...

martedì 26 luglio 2011

Polvere di ieri sul nostro domani odierno [quasi cit.]

Un anno di polvere... anzi, un pò di più. Ce ne vuole a toglierla, ma segna la strada, forse non andrebbe tolta per nulla.

PUF faceva il vuoto un anno fa. Quanti cambiamenti da allora, e tutti pressappoco inutili. Dovrebbero vietare il ricordo, dovrebbero autocancellarsi tutte cose ad una prevista e precisa data di scadenza. Arriva la data e le lettere vanno in autocombustione, i dvd si crepano spontaneamente, i server cancellano tutti i post da ogni blog... Così non potremmo rileggere il passato, resterebbe solo il nostro ricordo, che però non è mai perfetto, ma si modifica e si aggiusta ogni volta che la mente torna a guardarlo. In questo modo non mi sarei rivisto com'ero un anno fa, e ora non penserei che il cambiamento nom è servito a nulla. Un inutile e interminabile giro di ballo che alla fine ti riporta al punto in cui eri partito, solo un pò più vecchio, un pò più stanco, un pò più solo.

La polvere, quella sì che è la vera differenza, quella si continua ad accumulare ovunque tu smetti di andare, come a evidenziare quello che stai abbandonando cospargendolo di un velo grigio. E stanotte ho le mani piene di polvere a furia di tentare di spazzarla via da quei pezzi della mia vita che avevo dimenticato. Lavoro inutile, domani tornerà a depositarsi su qualcos'altro, e io sono pure un soggetto allergico ora che ci penso...