Credo che ci voglia un dio ed anche un bar,
ma dovendo scegliere opterei per il bar

domenica 31 agosto 2008

Ancora cambiamenti

Tutto si evolve, si modifica, e io nel mezzo dovrei prendere appunti e imparare dai miei sbagli, invece sono sempre impreparato quando si arriva alla fine. E la cosa peggiore è che stavolta sono totalmente artefice del mio destino, sono "vittima e assassino"; ma per quanto qualcuno l'abbia già cantato, e per quanto io sia già passato di qui, non ho saputo sfruttare l'esperienza.
In sintesi cambia la gente intorno, variano gli equilibri e le relazioni, si modificano i punti di riferimento e cambiano le persone a cui destinare i propri pensieri, ma non muta mai la fine delle cose.

Quante stagioni ancora cambieranno
quante domande ancora torneranno
quanti ricordi ti ricorderanno

quante serate ancora passeranno
quanti sistemi per trovare sonno
solo 3 gocce per dormire a fondo
cercando 1000 risposte

cambiano le cose tutte intorno a te ogni giorno che c’è
cambiano le stelle, cambiano con me ogni notte che c’è
cambierò la pelle ad tutti i miei perchè...

quante occasioni abbiamo dato perse
crediamo solo verità diverse...

Sembra strano tornare a fare gli stessi ragionamenti di meno di un anno fa, anche se restano due sostanziali differenze: è diversa la persona al centro di tutto, ed è diversa la mia posizione. Ma in entrambi i casi me la sono cercata e stavolta meno di prima posso tentare di discolparmi. Imparerò prima o poi.

venerdì 22 agosto 2008

Silenzio di fine estate

Oggi è un giorno blu, di quel blu "noia-malinconia" che quando con la coda dell'occhio lo vedi ai bordi delle tue giornate cerchi subito qualcosa da fare per allontanarlo; e così prendi la chitarra, o giri i canali della tv, o chiami qualche amico e ti precipiti fuori.
Oggi no, oggi mi lascio avvolgere e cullare da questo senso di dolce letargo. Intorno solo ovattato silenzio. Ogni tanto emerge solo il fischio della metro che mi ricorda che da qui passa la ferrovia, passa ma non si ferma. E come la metro anche i miei pensieri oggi passano senza fermare, e quando ne noto qualcuno in avvicinamento che inizia a rallentare gli faccio segno di proseguire oltre, che oggi non è il caso di pensare.
Al massimo oggi potrebbe essere un giorno buono per chiamare qualcuno, proprio perché non ho la forza di pensare. Se il mio lato istintivo decidesse di prendere il telefono non ci sarebbe nessuno a fermarlo, mi lascerei agire senza valutare costi e benefici, un puro lancio senza rete.
Pau avrebbe detto che «oggi è un giorno pallido. Non ho fatto niente, le idee sbiadiscono...», e allora le lascio sbiadire anche io e torno ad immergermi in questo silenzio che non incontravo da alcuni mesi, forse è un preludio all'autunno, ma spero di no.

mercoledì 6 agosto 2008

Si parte (2)

La valigia si è chiusa, la cerniera ha fatto un pò di resistenza ma alla fine ho vinto io. Eppure non ho messo molte cose, lo spirito pratico ha avuto il sopravvento. Mi porto lo stretto necessario, e tra queste cose c'è l'odore di casa mia, che va bene andare, ma non ci si deve mai dimenticare del punto di partenza. E poi mi porto me stesso, i miei cappelli, il mio carattere, la mia rinnovata voglia d'estate e tutto quello che ho imparato su di me negli ultimi mesi, e chissà che non impari altre cose prima che arrivi l'autunno...

Lascio invece tante cose che per un motivo o l'altro non posso (o non voglio) portare con me.
Lascio gli sbagli fatti in passato che mi aspetteranno qui quando tornerò.
Lascio tutti i sospesi, che in quanto tali, resteranno in attesa a tempo indeterminato.
Lascio alcuni amici che so già che mi mancheranno, e le sbronze non saranno le stesse.
Lascio il libretto universitario, che tanto il tempo per riempirlo lo troverò prima o poi; e con lui tutti i libri, che sono già sottolineati, ora mi tocca impararli.
Lascio la chitarra, ma mi porto i suoi segni sulle dita; e tanto domattina ne comprerò una nuova per l'occasione.
Lascio le mie aspettative sul futuro, perché la vacanza non è il momento ideale per pensare a domani.

E poi lascio te, e se ti stai domandando se parlo proprio di te... Si, sei tu, quella in cui ho sempre creduto. Non vorrei dirlo, ma mi mancherai. Intanto perché è la prima volta che passiamo l'estate lontani (e senza cattiveria reciproca è la prima volta che ammettiamo che ci piace l'estate... che cosa significherà?); e poi perché a parte tutto quello che sei stata per me nel tempo, sei e resterai sempre la mia migliore amica. A settembre ci racconteremo dei nostri viaggi, ma probabilmente non sarà lo stesso; mi sarebbe piaciuto averti con me domani e mi sarebbe piaciuto farti compagnia quando partirai, per condividere quello che ci porterà questa vacanza. Ma come hai già detto tu, tutte le scelte che abbiamo fatto finora si sono rivelate giuste, quindi sicuramente questa andrà con le altre.

Come ultime cose lascio questa pagina per te, nel caso in cui avrai tempo per leggerla, e l'augurio che la tua estate possa essere memorabile; per quel che mi riguarda farò il possibile per potermela ricordare a lungo, e l'inizio è già stato promettente.

Questa non è notte per guardare il soffitto, quindi attacco un pò di musica, mi stendo a letto e mi riposo un pò, che quando riaprirò gli occhi sarà il momento di andare.

martedì 5 agosto 2008

riflessioni...

Da alcuni mesi faccio troppo, dico troppo, penso troppo poco e soprattutto non mi fermo mai. Stasera ho un lieve calo di tensione, quel tanto che basta per respirare un attimo, prepararmi alle prossime giornate e darmi il tempo di scrivere due righe.

La chitarra come sempre aiuta, sono io il coglione che spesso me lo dimentico e la lascio muta nell'angolo. Ma appena la sveglio si capisce subito che è perfetta per farmi rilassare. Metto l'amplificatore al minimo, l'effetto giusto e i pensieri partono più veloci delle dita sulla tastiera. Resto sempre la solita pippa, il tempo non migliora nè la tecnica nè l'espressione, ma questi sono inutili dettagli che non cambiano il contesto e il risultato...

E stasera i pensieri mi hanno portato un pò di malinconia, qualche istante di tristezza, ma in generale sono stati piacevoli. Come direbbe Rino ho pensato "alle mie donne, quelle passate e le presenti le ricordo appena...", frase azzeccata.

Ho pensato soprattutto a una, piccola e lontana, che si sta passando l'estate lavorando e mi manca da diventare scemi. Sono sempre troppo impegnato per dirglielo, o magari sono cose che si sottintendono, ma ora che non c'è farei qualsiasi cosa per averla qui e poterla semplicemente abbracciare.

Poi c'è chi invece mi rende ancora felice perché, in mezzo ai normali alti e bassi, mi sembra ancora serena e questo è tutto quello che importa. Ogni tanto sembra che il mondo intorno possa sommergerla, ma ogni volta ne esce con le sue forze. Nella mia testa c'è sempre la speranza che tutto possa andarle meglio di come sta andando (non sono mai contento, lo so), ma io non posso fare nulla a parte stare a guardare dagli spalti, sarà compito suo coccolarsi e aiutarsi, e io ho sempre creduto in lei, per questo sono tranquillo.

Infine...
Infine ho lasciato quei pensieri che ancora non so leggere pienamente. Per ultime ho lasciato le sensazioni contrastanti che scaturiscono dal ricordo di chi ha saputo risvegliarmi quando sembravo non essere in grado di vedere quello che avevo intorno; ha saputo distrarmi quando la situazione richiedeva una forza che non avevo; ha saputo farmi stare bene quando (è inutile negarlo) avevo bisogno di dimenticare ferite dolorose. E ha fatto tutto senza chiedere nulla. Però mi ha anche spaventato con la prospettiva di qualcosa che non so accettare, che non ho la maturità per capire nè il coraggio per affrontare, almeno non ora. Lei è quella che non ho capito, che forse non capirò mai e che probabilmente rimpiangerò. Lei è quella che mi ha letto dentro come se mi conoscesse da sempre e invece sa poco più del mio nome. Prima di Lei solo chi aveva passato la vita accanto a me sapeva leggere certe sfumature, e ne ero contento perché mi sentivo al sicuro. Ora sono combattuto tra la voglia di vedere quanto ancora saprà stupirmi e il terrore di capire quanto potrebbe farmi male. Un giorno forse avrò la risposta.

Anche stavolta temo di aver scritto più di quanto dovevo... ma tant'è. Le dita porteranno ancora per un pò i segni delle corde, a futura memoria di una serata di sfogo che nei prossimi giorni non potrò nè vorrò ripetere. Ma prima che sia domani colgo l'occasione per tornare a controllare che il soffitto sia sempre lì...