Credo che ci voglia un dio ed anche un bar,
ma dovendo scegliere opterei per il bar

lunedì 23 gennaio 2012

Prima. Durante. Dopo.

Questa è la canzone che scrivo per te:
l'ho promessa ed eccola.
Riesci a scorgerti? Sì che ci sei,
prima che ti conoscessi.

Per quel che mi riguarda sei un continente obliato.
Per quel che ho visto in fondo mi è piaciuto.

Questa è la canzone che scrivo per te:
l'ho promessa ed eccola.
Riesci a scorgerti? Non ci sei più,
dopo che ti ho conosciuta.

domenica 22 gennaio 2012

Orange, strawberry, apple jam session

Calli alle dita quasi a sangue, crampi alla mano sinistra e manifesta inferiorità.
Ma il Lizard non era mai stato così bello. E nemmeno così divertente.
E posso anche vantare una jam session con Daniele Pellitteri... Mica cazzi!

E da domani nuova muta di corde.

sabato 21 gennaio 2012

Tutta mia la città

Alla faccia di tutti quei minchioni che non fanno il pieno alla macchina e ora stanno chiusi in casa o in coda al benzinaio... Anche di notte!

Questa austerity mi ha già regalato la bellezza di muovermi in strade quasi deserte, facendomi dimenticare gli ingorghi da è-tardi-devo-arrivare-in-ufficio-muoveeeeeetevi!!!!. Ed è anche un'ottima scusa per il capo o per i clienti:

"Scusa capo, arrivo in ufficio in ritardo. Sai, ho finito il diesel e ho dovuto prendere l'autobus..." oppure "L'appuntamento di oggi è saltato perché non ha abbastanza benzina? Non si preoccupi, ne riparliamo la prossima settimana...".

Quindi un sentitissimo grazie a tutti i forcaioli che mi stanno facendo respirare leeeentamente, e da lunedì ringrazierò anche i benzinai, tornando al mio stile di vita preferito: una cosa al giorno e se non ci arrivo se ne parla un'altra volta! Magari durasse fino all'estate, tutti a piedi e chissenefotte!

domenica 15 gennaio 2012

Cortocircuiti

La pioggia che mi accompagna fino a casa rievoca pensieri lontani, contemporaneamente i Matrioska che escono dalle casse dell'auto fanno riaffiorare sensazioni molto più affondate nel tempo. A questo si mescola il sapore sulle labbra di una notte appena passata che confonde tutto in un unico cortocircuito mentale. Passato, trapassato, presente. Adesso.

Cortocircuiti che avvicinano vite, esperienze, emozioni diverse... o forse uguali, legate in ogni caso a uno stesso senso di benessere. Passeggero o meno? Boh, lo saprò prima o poi. Forse.

Cosa mi vuoi dire che ho sbagliato?... Sbandato...
forse che non sono mai cresciuto?... Peccato!
Cosa farai da grande se non avrai successo?
Non l'ho capito mai. Cara vecchia amica
piuttosto dimmi: come stai?...

giovedì 5 gennaio 2012

Un minuto, questo minuto.

5 Gennaio.
18:46.

Adesso, ma 12 anni fa.
Una vita, anzi due vite.
Due vite fa.

Mi ero ripromesso di non pensarci, ma mi conosco, le promesse a me stesso non so mantenerle. E quindi ok, da domani ci lavorerò, ma oggi è troppo difficile distogliere la mente. Oggi, a quest'ora, non posso evitare di ritornare a tutti i precedenti oggi a quest'ora, fissati come fotografie, messi di lato e pronti a rispuntare fuori adesso per dirmi senza parlare quanto è stato inutile tutto questo.

Quanto tempo serve per cancellare una vita? E prima ancora: come si fa a cancellare una vita? Io non lo so, ci provo ugualmente, ma ogni tanto - ancora troppo spesso in verità - butto l'occhio su qualcosa che mi riporta a te, che mi parla di te, o magari che è proprio tuo. E allora monta un senso di acidità insopprimibile e tutto il lavoro fatto deve essere ripreso da principio. E tu come fai?

Come riesci a cancellare una vita? Mi chiedo come ci stai provando, soprattutto sapendo che non era quello che volevi, che avevi combattuto con tutta te stessa per evitarlo, avevi combattuto e vinto più di una volta, per anni. E adesso l'hai accettato sotto ricatto. Forse proprio questo è il segreto: sai che se non lo farai rischi di perdere il castello di carte che stai costruendo giorno per giorno, fingendo che certe cose siano aggiustabili col tempo, che altre invece siano solo tue paranoie. Fingendo che, in sintesi, tutto vada bene, sforzandoti di non ascoltare lo scricchiolìo che si riacuisce ad ogni litigio, ogni volta che ti manca l'aria, ogni volta che sopporti senza parlare. Insomma il tuo modo di cancellare una vita è sottostare a un ricatto. Ancora una volta.
E non dirmi - non dirti - che non è così. Ti conosco fin troppo bene. Purtroppo.

Mi sembra di sentirti mentre dici che ci sono dei momenti belli che ripagano quelli brutti. Anzi no scusa, non è che mi sembra, è che ti ho proprio sentita fare questi discorsi. Per un anno intero. Parlavi di una persona che poi hai definito semplicemente "Merda", capendo finalmente che stavi mettendo i paraocchi. Pensavo che quell'esperienza ti fosse bastata, evidentemente no, stai ripetendo tutto da capo, peggio di prima, perché almeno quella volta non avevi tagliato certi ponti, pur smettendo di fare la tua vita per fare quella che ti era stata imposta. Eppure ricordo la tua voce che diceva "prima vengo io". Ti stavi prendendo in giro? Domanda inutile, non avrai nemmeno la decenza di ammetterlo a te stessa.

Ma alla fine del gioco, quello che resta è un triste vuoto. Sarebbe facile dire che ti odio, proprio oggi. Ma in realtà le cose sono un pò più complicate, un pò più brutte di così. Fosse solo e semplice odio, sarebbe legato a quello che tu hai fatto a me e passerebbe un pò per volta, per essere sostituito dall'indifferenza. Invece la cosa che mi rattrista di più è quello che stai facendo a te stessa. E quindi non è solo odio, ma disprezzo - pari al rispetto che ti portavo - il senso di acidità che mi sale quando ancora mi chiedono di te. E quando si perde il rispetto si è perso tutto, lo sai come la penso.
Eppure io, da fesso, continuo a rispondere solo cose banali a chi mi chiede, generiche, per non sputtanare te. Perché continuo a portarti un rispetto residuo - e immotivato ormai - che mi impedisce di dire come sono andate veramente le cose. Mi basterebbe così poco, anzi sarebbe pure un piccolo rimborso spese per quello che hai fatto a me. Invece no, continuo a dire "se vorrà, ve ne parlerà lei"... Sei sempre fortunata, ma anche questo residuo è destinato ad esaurirsi purtroppo.

Io, dal canto mio, lascio passare questo minuto scrivendo, sfogando qui un pò del disprezzo, della delusione che provo quando sento fare il tuo nome, sperando che il prossimo minuto mi porti qualcosa che mi allontani definitivamente da te. Ricordandomi che in fondo è passato solo un mese, tempo irrisorio se paragonato a una vita.

mercoledì 4 gennaio 2012

appena prima dell'alba

Uscendo dalla macchina l'aria fresca mi investe la faccia, passa dalle narici e sale fino a schiaffeggiarmi il cervello, lo riallinea e mi piace. Mentre apro il cancelletto gioco a fare nuvole di fumo con il fiato. Anche questo mi piace. Da sempre.

Viene voglia di fischiettare, e forse mentre attraverso il viale lo sto facendo davvero, o forse lo immagino soltanto, ma sicuramente in testa sto suonando l'intro di Free Bird,  che va a confondersi con il cinguettìo degli altri, quelli veri, già svegli benché manchi ancora un pò al sorgere del sole.
Mentre cerco la chiave del portone intravedo la mia faccia sotto la visiera del cappello riflesso sul vetro, e a guardarla con distacco e obiettività sembra più soddisfatta che stanca. La faccia, non la visiera. Sulla visiera non ho dubbi: è sicuramente soddisfatta.

Salendo le scale mi danno il benvenuto i rumorosi sbadigli dei miei ragazzi che mi guardano come se dicessero: fai il cazzo che ti pare ma fallo in silenzio che stavamo dormendo. E io silenziosamente ricambio il saluto con una grattatina dietro l'orecchio di entrambi mentre li scavalco per raggiungere la mia meta.

Ma poi, come ogni notte, guardo fuori... E non posso che fermarmi senza fiato vedendo la città sotto di me sospesa appena prima dell'alba. A destra, il cielo sopra Monte Pellegrino sta già virando verso un pallidissimo arancio, che poi diventa azzurro e blu fino a riagganciarsi a sinistra al cielo notturno. Il santuario invece è sempre lì, un giallo acceso in mezzo alla solida ombra del monte. Ancora per un'oretta circa, prima che si spengano i lampioni. Davanti a me il mare che dovrebbe esserci non c'è, quindi ora a Mondello non c'è vento e quella sottile striscia che dovrei vedere si è fusa al cielo.

Prima di scendere dalla macchina avevo solo voglia di una combo veloce doccia-letto, ma adesso sembra un sacrilegio staccarsi da questo momento interminabile in bilico tra Ieri e Domani. Non c'è Oggi a quest'ora. Il giorno che arriva è ancora Domani per chi non ha ancora finito di vivere la propria giornata, ma quello che se ne va è già Ieri per chi sta aspettando il trillo di una sveglia che sicuramente arriverà nel momento meno opportuno del sogno.

E quindi, ovviamente, resto qui in piedi dietro la finestra aperta. Portatile in equilibrio precario per poter appuntare queste righe senza allontanarmi dal mio osservatorio, occhi piantati su un cielo ogni minuto più chiaro, e pensieri sospesi qui accanto a me, che anche loro non se la sentono di rovinare un momento così bello. Non appena prima dell'alba.

domenica 1 gennaio 2012

Set, Reset and Restart

Ogni anno reggo un bicchiere in più del precedente.
Ma questo non vuol dire che non riesco a trovare e superare ugulmente quel limite che continua a spostarsi, ci vuole solo più tempo e più volontà.

Ogni anno c'è un amico in più con cui festeggiare.
Ma i vecchi amici sono sempre lì, più numerosi dell'anno scorso, a ricordarmi cosa è importante. A ricordarmi chi NON se ne andrà. Anche se per alcuni è servita una chiamata in vivavoce attraverso l'Italia per dirci che siamo sempre noi, sempre qui, sempre presenti. Ovunque siamo.

Ogni anno invecchio un pò.
Ma anche quest'anno ho fatto la mia porca figura in boxer rossi. Checchéssenedica! O forse sono ancora troppo ubriaco per poter giudicare obbiettivamente questo aspetto della questione. Ci rifletterò domani. Forse.

Ogni anno spendevo un pò in più del precedente per l'OBBLIGO di divertirmi.
Quest'anno non è servito. Mi son divertito di più e ho speso... Non lo so in effetti quanto ho speso, ma meno dell'anno scorso. Credo. O quanto meno l'ho speso per quello che volevo, non per pagare l'ingresso in un posto che a conti fatti avrei vissuto uguale anche senza esserci mai entrato.

Ogni anno qualcuno si perde per strada.
Ma, come ogni anno, posso guardarmi ancora allo specchio sapendo che ho nulla da rimproverarmi. Che io e la mia coscienza continueremo a dormire il sonno del giusto. Ogni notte.

Ogni anno spunta sempre il primo sole.
E quest'anno lo sto guardando dalla mia finestra, con il cielo, il mare e Monte Pellegrino che si confondono in lontananza, con la testa ancora bagnata per il passaggio sotto l'acqua, con il portatile in equilibrio precario sulla mia mano e senza nessun altro pensiero. Domani tutti i pensieri che ho poggiato in un angolo prima della mezzanotte mi ritroveranno, lo so, ma almeno in questo momento sono stato più veloce di loro, non mi hanno ancora raggiunto. E questo mi piace. E questo mi basta!

Quindi: Stop. Reset. Restart.